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Allenamento

Pressione intraddominale | Efficienza negli sforzi e allenamento in palestra

Pressione intraddominale | Efficienza negli sforzi e allenamento in palestra
Chiara Strano
Scrittore ed esperto5 anni In
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Con il termine pressione intraddominale si fa riferimento alla pressione che si viene a formare all’interno della regione addominale quando la respirazione viene interrotta. La regione addominale è quella regione anatomica delimitata superiormente dal diaframma ed inferiormente dalla pelvi, le ossa del bacino, in particolare lo stretto superiore.

Sotto alla regione addominale si trova la regione pelvica, porzione compresa tra lo stretto superiore e lo stretto inferiore del bacino; superiormente si trova il torace. La regione addominale è la cavità più ampia del corpo umano e non contiene comunicazioni dirette con ciò che sta al di fuori dal corpo. Il fatto che l’addome non sia in diretto rapporto con l’esterno permette di mantenere al sicuro i visceri più importanti e permette anche una più facile formazione di una differenza di pressione.

 

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Pressione intraddominale e fisiologia

Affinchè ci si trovi in una condizione di aumentata pressione è necessario che il volume venga ridotto a causa della contrazione di alcuni tessuti. Ci si riferisce  ovviamente ai muscoli, in particolare al diaframma e ai vari muscoli addominali. La natura non crea mai nulla senza motivo, questo discorso vale anche per il fenomeno della pressione intra addominale. Gli effetti di questa sono:

  • Maggiore efficienza negli sforzi
  • Contribuire alla respirazione
  • Mantenere l’assetto posturale

 

Partiamo dal più semplice: la respirazione. Gli scambi di aria con l’esterno ci permettono di rimanere in vita e far funzionare correttamente quasi ogni cosa nel nostro organismo. La dinamica respiratoria è la seguente: il diaframma si contrae e diminuisce il volume della cavità toracica, contemporaneamente la gabbia toracica si espande aumentando ulteriormente questa pressione negativa.

Essendo i polmoni in comunicazione con l’esterno un loro aumento di volume fa si che l’aria entri nelle vie respiratorie e riempia il volume toracico. I polmoni si espandono assieme alla gabbia toracica perché sono aderenti a questa grazie ad un particolare rivestimento: la pleura polmonare.

La pleura polmonare è una sorta di doppia membrana con un intercapedine in cui è presente una pressione negativa. Essendo questa pressione negativa è come se risucchiasse la parete esterna dei polmoni a ridosso della parete toracica interna.

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Il ruolo dell’addome è abbastanza evidente: questa cavità è a diretto contatto con la cavità toracica che si espande e, dato che non ha comunicazione con l’esterno, l’addome deve “cambiare forma” per accompagnare i movimenti del diaframma. Per questo quando si inspira l’addome tende a dilatarsi.

Affinchè l’addome si possa dilatare, i muscoli che lo possono contrarre devono rilasciarsi: gli addominali ed i muscoli lombari (e altri muscoli). Se gli addominali si contraggono e contemporaneamente si inspira per poi trattenere l’aria inalata la pressione intra addominale aumenta.

Quando si espira il diaframma si rilassa e torna nella sua forma a cupola che “schiaccia “ la cavità toracica assieme alla contrazione di altri muscoli della zona del torace. Contemporaneamente il movimento del diaframma viene accompagnato da una contrazione dei muscoli addominali.

Se questi muscoli si contraggono allora il volume addominale è spinto verso l’alto e il ritorno del diaframma è dunque facilitato. Inoltre gli addominali abbassano le ultime costole riducendo il volume toracico. Se non ci fosse la pressione intra addominale la respirazione sarebbe molto meno efficiente.

Assetto posturale

Sfruttando la pressione intraddominale, inoltre, il diaframma e i muscoli addominali contribuiscono al mantenimento di una corretta postura del nostro corpo. Il diaframma infatti contribuisce all’aumento della pressione intraddominale, e questa va ad esercitare una forza di spinta su tutto il volume della cavità addominale.

Ciò significa che la pressione intraddominale genera delle forze che spingono la colonna vertebrale verso l’alto controbilanciando in parte la forza di gravità che tende invece a comprimerla. Una corretta respirazione, e quindi una fisiologica pressione addominale, contribuiscono alla decompressione della colonna vertebrale.

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Affinchè si possano creare queste forze nella cavità addominale è necessario che queste forze non vengano dissipate e quindi che la muscolatura della parete addominale sia robusta. In genere la parte posteriore dell’addome è sufficientemente robusta, mentre la parte anteriore e laterale non altrettanto. Per questo motivo i muscoli addominali sono fondamentali per una corretta postura ed una buona salute della colonna vertebrale.

Efficienza negli sforzi

Per muovere un peso è necessario fare leva su un qualcosa di stabile. Per questo motivo non siamo in grado di camminare sull’acqua o di nuotare nell’aria. Riusciamo a muoverci perché la nostra forza peso è controbilanciata da una spinta uguale e contraria da parte del suolo. I materiali fluidi non hanno questo comportamento, i solidi sì.

Il corpo umano è un materiale particolare: può essere assimilato ad un solido per alcune componenti mentre altre hanno un comportamento più elastico. Altre ancora, invece, hanno un comportamento assimilabile ad un fluido. L’intera cavità addominale è rivestita da diversi strati muscolari.

Quando un muscolo si contrae permette di trasmettere le forze cui viene sottoposto e diventa rigido. La contrazione dei muscoli addominali è sia tonica che fasica. Tonico significa che è un effetto che si mantiene nel tempo.  Fasico si riferisce ad una contrazione di durata limitata e, in generale, di discreta intensità.

Esistono dei gesti riflessi per cui automaticamente quando si compie uno sforzo si tende ad aumentare la pressione intra addominale con una contrazione fasica di questi muscoli. Questo riflesso si verifica in automatico perché il corpo conosce il modo in cui essere più forte.

Questo principio è lo stesso che ci porta ad eseguire determinati esercizi in maniera scorretta: il corpo in automatico tende a mettersi nella posizione più vantaggiosa reclutando i muscoli più forti o che è più abituato ad impiegare. Sono stati osservati anche dei riflessi labirinto-cervicali, ovvero che rispondono a stimoli del sistema vestibolare e dei muscoli cervicali, coinvolti nell’equilibrio.

In seguito ad uno stimolo in una certa direzione si verifica una'utomatica contrazione dei muscoli addominali, questo sia per prevenire il movimento e sia per rendere più efficiente l’azione dei muscoli coinvolti nel movimento.

Questa maggiore efficienza è il risultato del comportamento rigido della cavità addominale. Una sufficiente pressione intraddominale permette di trasmettere le forze dal basso verso l’alto ed inoltre fornisce una solida base su cui effettuare un movimento.

Pressione intraddominale | Efficienza negli sforzi e allenamento in palestra

Allenamento in palestra

Tutti gli esercizi che prevedono un carico assiale sono influenzati dalla pressione intraddominale. I più comuni sono squat e deadlift ma si parla anche di military press e panca piana fino anche ai curl con il bilanciere. A livelli ancora più evidenti si possono considerare i ginnasti mentre eseguono le varie skill agli anelli: se il loro addome non fosse una sezione rigida non ci sarebbe modo che il corpo rimanga perfettamente allineato.

Per questo motivo quando si esegue uno squat c’è il bisogno di un valido supporto della muscolatura addominale. Se questa contrazione non ci fosse, il torace collasserebbe sulla parte inferiore del corpo in quanto l’addome non sarebbe in grado di sostenere la compressione.

Per quanto detto in precedenza più è forte la pressione intraddominale e più si riesce ad essere efficienti e, dunque, ad essere più forti.

 

Ernie

Purtroppo la capacità del corpo umano ha un limite: ad un certo punto la pressione intraddominale è tale che la rigidità del tessuto muscolare non è sufficiente. A questo punto il rivestimento dei fasci muscolari superficiali si lacera e si può anche verificare che i visceri vengano spinti dalla stessa pressione all’interno del tessuto muscolare lacerato.

Quando i visceri vengono impegnati in questa protrusione si parla di ernia addominale. In generale questo infortunio si verifica quando la muscolatura profonda non è abbastanza forte da dare supporto alla muscolatura più superficiale che dunque ne risente. Ancora una volta si sta parlando del trasverso addominale. Questo muscolo è il più profondo tra i 4 muscoli addominali ed è in assoluto quello con la contrazione più tonica.

Questo significa che una buona forza in questo muscolo dà sia riscontri estetici che benefici nell’allenamento e nella salute. Dal momento che il muscolo traverso è il primo che risponde alla pressione intra addominale ha, quindi, un ruolo primario nella formazione di quest'ultima.

Se tale muscolo è robusto, la pressione non riesce a vincere la resistenza del tessuto muscolare. Questo muscolo è il più predisposto al mantenimento dei visceri nella loro sede, sia in condizioni fisiologiche che di sforzo. Una debolezza di questo porta ad un sovraccarico dei muscoli addominali più superficiali con esiti spiacevoli.

 

Chiara Strano
Scrittore ed esperto
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