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Alimentazione

Migliorare la vascolarizzazione

Migliorare la vascolarizzazione
Chiara Strano
Scrittore ed esperto6 anni In
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Integrazione e alimentazione

La vascolarizzazione, o più comunemente l’evidenza delle vene superficiali, è un qualcosa che si ottiene nel tempo e con costanti scelte. Condizione necessaria ma non sempre sufficiente per mettere in sfoggia il sistema venoso superficiale è quella di avere una ridotta quantità di grasso corporeo.

Se si ha una percentuale di grasso troppo elevata, attorno al 20% , non c’è modo di avere una vascolarizzazione visibile. Attorno al 10% dovrebbe essere il parametro “magico”.

Esistono però delle scelte alimentari che possono contribuire ad aumentare la vasodilatazione e quindi la visibilità delle vene. Bisogna però capire a cosa è dovuto questo fenomeno.

Questo è il risultato di un meccanismo di omeostasi dell’organismo per il quale al fine di disperdere una maggiore quantità di calore ovvero favorendo il circolo venoso superficiale (in realtà il processo è più complicato ma il risultato è questo).

Esistono però delle strategie alimentari che permettono di raggiungere l’obiettivo: aumentare l’apporto di Niacina e di Nitrati vegetali. Entrambi questi componenti hanno l’effetto finale di aumentare il flusso sanguigno nei distretti corporei periferici (e quindi anche più superficiali) e allo stesso tempo incrementano la vasodilatazione migliorando la perfusione dei vasi sanguigni ai muscoli.

Un altro aiuto può giungere dal tipo di integrazione che si applica.

In concreto gli integratori che favoriscono la vascolarizzazione sono l’argina e la citrullina malato. Entrambi questi integratori, uno con efficacia differente rispetto all’altro, hanno la capacità di aumentare la produzione di Ossido Nitrico (NO), questo è il composto dalle proprietà vasodilatatorie.

Questo porta sia ad un aumento del “pump” che ad una maggiore efficienza dei processi energetici del tessuto.

È bene comunque ribadire che queste strategie alimentari e di integrazione hanno un valore pressochè inutile se non si ha una ridotta percentuale di grasso.

Vascolarizzazione e perdita di grasso

Esiste uno stretto legame tra la quantità di adipe che un tessuto conserva e la vascolarizzazione di questo tessuto. L’adipe, o grasso superficiale, rappresenta un substrato energetico in particolare una riserva energetica che il corpo accumula quando ne ha in eccesso al fine di prepararsi ai momenti di “carestia”.

Essendo un substrato energetico per essere utilizzato ha bisogno di essere immesso nel circolo sanguigno per entrare nelle cellule e seguire il metabolismo dei lipidi.

Migliorare la vascolarizzazione

È chiaro dunque il passaggio: se un tessuto non è ricco di vasi sanguigni allora l’ossidazione lipidica non sarà efficiente. Un tessuto risulta essere maggiormente ricco di vasi quando viene spesso utilizzato.

Questo perché il corpo tende a rendere maggiormente efficiente l’utilizzo di substrato nei tessuti dove il metabolismo energetico viene maggiormente richiesto. Questo significa che allenare tutti i giorni un certa parte del corpo porta ad una migliore vascolarizzazione di questa.

Ciò non significa che se si allenano tutti i giorni le braccia si verifica un fenomeno di angiogenesi tale per cui nascono nuove arterie e vene nelle braccia. Quando si parla di migliore vascolarizzazione si fa riferimento a piccoli vasi capillari.

Il corpo è in grado di influenzare la creazione di questi con dei segnali quali ormoni e altri trasmettitori. Ad esempio quando ci si rompe un osso le cellule che depongono la matrice ossea sono successivamente in grado di indurre una angiogenesi nel tessuto al fine di “convogliare” il flusso di nutrienti e di sostanze per riparare il danno.

Migliorare la vascolarizzazione

Questa caratteristica appartiene anche alle cellule neoplastiche, i tumori, che sono in rado di esprimere determinati geni che portano alla produzione di particolari proteine le quali favoriscono l’angiogenesi in modo che la formazione neoplastica riceva una maggiore quantità di nutrienti.

Cosa si può dedurre da tutto questo? Probabilmente che allenare una certa parte del corpo con una elevata frequenza aiuta a bruciare i grassi depositati in quel tessuto.

Non solo: si è constatato come allenare una certa parte del corpo aumenti notevolmente l’afflusso di sangue nei tessuti appena circostanti a questo tessuto. Si può dunque pensare che i body builder dei tempi passati avevano ragione nell’allenare con centinaia e anche migliaia di ripetizioni gli addominali quando si preparavano alla competizione.

Detto questo non significa che bisogna fare ogni giorno mille crunch per avere degli addominali scolpiti ed una vascolarizzazione eccezionale. Significa che una elevata frequenza di allenamento di una certa zona favorisce l’ossidazione di grassi nella stessa.

Contemporaneamente aumenta anche il grado di vascolarizzazione della zona e quindi anche il flusso di sangue ed in ultimo le cosiddette vene.

 

Chiara Strano
Scrittore ed esperto
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