Dallo scrittore Myprotein Leonardo Cesanelli, laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, laureando in Nutrition and Functional Food.
Dove Si Trova L’Acido Linoleico Coniugato?
Il termine CLA si riferisce ad un gruppo di isomeri posizionali e geometrici dell’acido linoleico, caratterizzati dalla presenza di due doppi legami coniugati ovvero, diversi dai classici legami metilenici presenti nella struttura dell’acido linoleico.
Il principale isomero venne identificato nel grasso dei ruminanti (cis9, trans11) e pertanto nominato acido rumenico, rappresentando dal 75 al 90% del totale dei CLA (Pariza and Hargraves, 1985).
A seguito di tali scoperte vennero effettuati diversi progetti di ricerca per comprendere gli effetti dei CLA sulla salute umana, utilizzando in purezza i singoli isomeri o miscele in diverse proporzioni, dimostrando come questi possano essere in grado di influire su diversi aspetti della salute umana come composizione corporea, carcinogenesi, disturbi cardiovascolari, insulino resistenza, diabete e funzione immunitaria (Pariza et al., 2001).
Alimenti
La principale fonte di CLA nell’alimentazione occidentale deriva dalla carne dei ruminanti e dai loro prodotti lattiero-caseari.
Ad esempio il latte intero che contiene in media del 3,5% di acidi grassi apporta uno 0,5% di CLA, facendo i rapporti con la realtà quotidiana una porzione di latte intero (227 ml) e una porzione di formaggio (grana o parmigiano ad esempio) da 30g apporteranno in media 90mg di CLA.
Cerchiamo di descrivere brevemente come vengono biosintetizzati questi particolari acidi grassi. La biosintesi può avvenire sostanzialmente mediante due processi, bioidrogenazione ruminale (nel rumine dei ruminanti) o per sintesi endogena in vari tessuti dell’organismo.
Diversi studi testimoniano come la sintesi endogena di CLA nella ghiandola mammaria e nel grasso intramuscolare e sottocutaneo siano le vie biosintetiche predominanti (endogene) (Secchiari et al. 2006).
In breve, nel rumine grazie a processi di bio-idrogenazione ruminale dell’acido linoleico a stearico, vaccenico ed in seguito appunto CLA a carico dei batteri ruminali, in particolare Butyvibrio fibrisolvens mentre nei tessuti come detto avviene in particolare a livello della mammella di vacche e pecore in lattazione.
La dieta è il punto di partenza per “descrivere” il contenuto di CLA nei prodotti alimentari derivanti dall’animale.
Quando consumati dagli animali ruminanti, i lipidi, soprattutto quelli che presentano doppi legami andranno in contro ad importanti modificazioni nel rumine, alla base della biosintesi dei CLA.
Effetti
1. Riduzione del grasso corporeo
L’induzione di cambiamenti nella composizione di grasso corporeo è attualmente uno degli aspetti più studiati dei CLA.
I primi ricercatori a segnalare che una dieta a base di CLA potesse alterare la composizione corporea furono Park et al. (1997) che somministrarono una dieta controllo ed una arricchita di CLA a topi di 6 settimane d’età per 4-5 settimane riportando riduzioni significative del grasso corporeo e una maggiore massa magra nei topi a cui venivano somministrati CLA rispetto al controllo.
Studi più recenti condotti ad esempio su soggetti in sovrappeso hanno dimostrato effetti positivi su riduzioni del 3-15% dell’indice di massa grassa (Risérius et al. 2004) così come Watras et al. (2007) dimostrarono come apporti di 3.2 g al giorno di CLA per 6 mesi in soggetti in sovrappeso producessero perdite in massa grassa e di conseguenza riduzioni del IMC.
Alcuni studi anche se in numero minore rispetto a quelli condotti sugli adipociti sono stati condotti sul muscolo scheletrico è pertanto bene utilizzare l’espressione “possibili effetti” a tal riguardo.
Le evidenze in tal senso hanno riportato come i CLA possano influenzare nel muscolo l’attività della CPT (carnitina palmitoil transferasi) suggerendo un possibile aumento della beta-ossidazione (Kennedy et al. 2006), un altro studio suggerisce come i CLA possano regolare l’azione di alcune citochine in grado di influenzare il catabolismo muscolare nonché la funzione immunitaria (TNF-alpha; IL-1) (Pariza et al. 2000).
CLA E Sport
Dopo aver fatto questa panoramica generale con un focus su alcuni effetti in particolare dei CLA concentriamoci sulle correlazioni con l’attività fisica e dunque con lo sportivo.
Uno studio condotto su topi ha valutato l’azione dei CLA su peso corporeo, ipertrofia muscolare, composizione ematica e composizione del midollo osseo in topi sottoposti ad allenamenti endurance.
Gli allenamenti durarono 6 settimane (corsa su tapis roulant ad incremento graduale di durata e velocità).
Il gruppo in cui venivano somministrati CLA dimostrò aumenti nell’ipertrofia muscolare ma stessi risultati rispetto al controllo, comunque sottoposto allo stesso programma di allenamento in termini di perdita di peso corporeo (Effects of conjugated linoleic acid and endurance training on peripheral blood and bone marrow of trained mice).
Uno studio del 2006 ha invece valutato gli effetti di un supplemento di CLA (5g/d) su 76 soggetti divisi in due gruppi durante un programma di allenamento con i pesi 3 sedute settimanali per 7 settimane (resistance training).
I risultati mostrarono nel gruppo che assumeva CLA incrementi più significativi in termini di massa magra e parallele perdite in massa grassa e minor livelli di 3-methlylhistidine marker di degradazione miofibrillare, mentre gli aumenti in forza furono simili tra i due gruppi.
I ricercatori suggerirono da un lato i possibili effetti sul miglioramento della composizione corporea, dall’altro quelli relativi alla protezione dal catabolismo muscolare (The effects of conjugated linoleic acid supplementation during resistance training).
Un altro studio, del 2010, sempre su topi simile al primo valutò per un periodo di 10 settimane topi divisi in due gruppi con stessa alimentazione e stesso programma di allenamento (corsa su tapis roulant) ad uno dei due gruppi venne aggiunto un supplemento di CLA.
I risultati dimostrarono come i topi che assumevano CLA persero maggior peso corporeo così come la capacità di corsa (maggiore del 26% rispetto al controllo) inoltre diminuirono le concentrazioni seriche di trigliceridi, acidi grassi liberi, urea e bilancio di azoto, e maggior utilizzo di grassi a scopo energetico, inoltre le biopsie del tessuto epatico dimostrarono maggior utilizzo dei depositi di glicogeno (Dietary conjugated linoleic acid increases endurance capacity of mice during treadmill exercise).
Ultimo studio che citiamo ha sempre valutato gli effetti dei CLA sull’attività endurance ma in questo caso su esseri umani. 44 ragazze vennero divise in 4 gruppi, esercizio aerobico e CLA, CLA, esercizio aerobico e controllo, i gruppi CLA ricevettero 3,6g/d dello stesso mentre i gruppi con esercizio fisico effettuarono 3 sedute settimanali per 6 settimane di 30 minuti di esercizio aerobico.
I risultati dopo 6 settimane riportarono come i gruppi con CLA sia con che senza esercizio fisico presentarono miglioramenti più consistenti in termini di perdita di peso corporeo, perdita di massa grassa così come diminuzioni di insulina e glucosio circolante.
I ricercatori affermarono come l’esercizio fisico accoppiato ad un supplemento di CLA possa essere di aiuto nel migliorare la propria composizione corporea, e come, la semplice supplementazione di CLA possa aiutare a ridurre i livelli di glucosio circolante e insulinici (Cumulative effects of conjugated linoleic acid and exercise on endurance development, body composition, serum leptin and insulin levels).
Conclusione
In conclusione possiamo affermare che i CLA possono essere considerati una classe di composti dai diversi effetti positivi sulla salute dell’individuo, e come nel caso dello sportivo possano essere di aiuto non tanto direttamente nel miglioramento delle performance ma in modo indiretto andando ad agire su composizione corporea e metabolismo muscolo-epatico.
In ogni caso, nonostante gli studi comincino ad essere numerosi, è bene utilizzare il termine “possibili effetti” in attesa di ulteriori conferme in ambito scientifico su tali effetti benefici.