Dieta Dei 22 Giorni | Cos’è? Funziona Davvero? Tutto Spiegato!

Dallo scrittore Myprotein Lorenzo Candela, studente in Biologia – Nutrizione.
Dieta Dei 22 Giorni
La dieta dei 22 giorni, è un programma alimentare vegano ideato da Marco Borges, che promette di perdere fino a 11 chili in tre settimane. L’alimentazione è progettata con questa ripartizione dei macronutrienti: 80% di carboidrati, 10% di proteine e 10% di grassi.
A detta dell’autore il calcolo delle calorie non è necessario, però ci sono alcune regole da rispettare:
- scegli prodotti naturali che non passano per l’industria;
- consuma cibi locali e possibilmente biologici:
- consumo di tre pasti al giorno;
- se tra un pasto e un altro si avverte una sensazione di fame, è possibile consumare uno snack optando per verdure crude, frutta fresca o secca;
- ascolta il tuo corpo, cercando di mangiare in modo da saziarti ma senza riempirti in eccesso;
per integratori proteici (caso sportivi) è consigliato l’utilizzo di proteine del riso; - a letto a stomaco vuoto: cena un paio di ore prima;
- inizia la giornata con un bicchiere di acqua e limone e bevi un bicchiere di acqua prima di ogni pasto;
- fai almeno mezzora al giorno di ginnastica.
Si analizza ora la varietà alimentare proposta da Borges.
Frutta disidratata e cocco possono essere consumate come snack o nelle ricette.
Libera scelta per i cereali e pseudocereali (cercando di evitare quelli con il glutine) per massimo di 100/150 gr pesati da cotti.
Legumi e tofu nella stessa quantità dei cereali pesati da cotti.
Per le noci e i semi, fino a 1/4 di tazza o fino a 2 cucchiai al giorno di burro di frutta secca, possibilmente biologica.
Ora, senza andare a proporre menu e cose simili, analizziamo pro e contro della dieta.

Per chi non è vegano, perché seguire una dieta vegana per dimagrire? Non c’è nessuna correlazione tra dimagrimento e alimentazione vegetale.
L’autore promette di lasciare il conteggio della kilocalorie, ma dà grammature, scelte limitate e ripartizione dei nutrienti. Tutto questo partendo da uno schema che si promette libero, porta a una chiusura abbastanza rigida come scelta e porzioni di alimenti, che potrebbe rendere la dieta difficilmente protrabile nel tempo.
Senza un conteggio calorico, la ripartizione dei nutrienti lascia il tempo che trova. Inoltre la percentuale di proteine, considerando che è una dieta ipocalorica è abbastanza bassa, soprattutto in chi pratica sport a livello intenso. Infatti inutile ricordare che l’apporto proteico quando si mangia di meno è fondamentale per la riuscita della strategia dietetica.
Tuttavia dato che il massimo dei pasti consentiti è 3, quasi inevitabilmente la persona si troverà in ipocalorica, per tanto inizia a perdere peso.
Un punto a favore dei consigli dell’autore è il consumo di cibi non processati, ma naturali, i quali sono sempre più ricchi di micronutrienti, acqua e fibre.
Quindi grazie al consumo di questi, si riesce a raggiungere più facilmente una sensazione di pienezza, che si collega con un altro punto fondamentale elencato in precedenza.
L’altro consiglio utile è la ginnastica: oltre ad aumentare il consumo calorico, porta anche il soggetto ad avere meno fame nelle ore successive.
Funziona Davvero?
Che faccia dimagrire, basta che il bilancio calorico sia negativo, quindi
Anche se non è l’unico fattore da considerare, è quello di cui maggiormente si deve tener conto.
Che sia meglio di un altro tipo di dieta, dipende.

Certo è che se Tizio che non ha mai seguito una dieta, inizia a fare questa, si avvicina a una realtà più salubre di quella che aveva prima, se consideriamo che l’80% della popolazione consuma cibi densi di calorie ma poveri di nutrienti.
Però come esiste questa strategia, ne esistono altre differenti, ma ugualmente efficaci, magari più adattabili e protraibili nel tempo, che lasciano anche momenti di ‘’libertà’’.
Il consiglio è sempre lo stesso: non fidatevi dei modelli, capite come funziona il corpo e create il vostro.
